Ricette conversate

42 PIATTI DA CONSERVARE E PERCHÉ

Scatti che ci raccontano attraverso le nostre ricette e le loro storie: in comune il punto di partenza, la fusione di tre parole, di 3 concetti, riassunti nel titolo stesso. Ricette + Conservare + Conversare.

PROGETTO

Il progetto “Ricette Conversate” si propone di raccontare per immagini il connubio tra il conservare e il conversare, attraverso ricette che raccontano di cibo, di storie, di persone, ognuna con “Gusti Diversi”. 42 piatti da conservare e perché. Il punto di partenza è la fusione di tre parole, di 3 concetti, come riassume il titolo stesso. Ricette + Conservare + Conversare. L’intento è quello di raccontare per immagini l’insieme di questi tre concetti. Partendo da una ricetta, per conservarla e conservarne il ricordo, di cui si è conversato prima dello scatto. Conservare e Conversare si fondono quindi un unico aggettivo: conversato, che contiene in sé la crasi dei significati dei due termini. Il risultato è una raccolta di ricette, di storie, di persone. Ci sono gli aneddoti dei cuochi e i motivi per cui ognuno ha scelto di preservare la propria ricetta. È un progetto approvato e finanziato dalle Acli Nazionali, all’interno del bando straordinario del 5×1000.

LE RICETTE

L’autore delle foto è Niccolò Rastrelli, fotografo documentarista e ritrattista. Ogni scatto è un racconto diviso in tre momenti. La foto di ogni protagonista, quella della ricetta e quella del piatto finito. I soggetti sono 42, appartenenti a diversi circoli Acli della provincia di Novara, ognuno ritratto con la sua ricetta. Perché ogni ricetta ha essa stessa una storia. La ricetta della nonna, della mamma, di un’amica. Una storia che a noi arriva per trasmissione orale o per iscritto. Appuntata su di un quaderno, un ricettario, un post-it. Ci sono poi le tovaglie, a fare da scenografie alle persone e ai piatti. Come sono state scenografie dei nostri pranzi, diventando esse stesse racconti, perché le abbiamo ricamate, stirate, distese, piegate. Le abbiamo riempite di macchie a loro volta capitoli di una storia fatta di pranzi, cene e ricorrenze. E infine il piatto finito. Anch’esso a parlare di noi. Il piatto inteso come stoviglia, scelto in base al proprio gusto e il piatto inteso come portata da servire e condividere a tavola. Piatti abbondanti, misurati, guarniti, essenziali. Dorati, fiorati, minimal. Impiattamenti da chef, porzioni da “mangia che devi crescere”, finezza e rusticità. La salvaguardia di tutte queste diversità, sapori, storie personali, abitudini, modi di condividere, è l’obiettivo di questo progetto fotografico.

GLI EVENTI

Il progetto è stato raccontato in una mostra composta da 42 pannelli con gli scatti fotografici e condiviso in un evento esperienziale. Un pranzo in cui i protagonisti delle foto, nonché autori delle ricette, hanno preparato e condiviso le stesse, raccontandone alcuni aneddoti ad esse collegati, intorno ad un lungo tavolo allestito con l’insieme delle tovaglie che erano state scenografie degli scatti.